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4 ottobre 2005

Mi ha fulminato, la Cina

Ehi, questo post è un contenuto vintage. Risale a più di 19 anni fa: può contenere informazioni errate e non attuali.

Mi era successo qualcosa di simile con altri luoghi in altri viaggi, con un paio di città. Ma mai così.

Sarà stato il momento propizio, sarà stata la compagnia di Nicola, l’accoglienza di Laura a Pechino o la totale ignoranza della lingua – che ti isola in sensazioni curiose e a me del tutto nuove -, ma questo viaggio mi ha dato sensazioni che mai avevo provato prima. E mi sono ritrovato alla fine, come dice Pecus, “con il baricentro permanentemente spostato a oriente”.

Beijing

Pechino è una metropoli in pieno rinnovamento. Guardandola dall’alto, mentre si atterra, sembra uno schema di Simcity: grattacieli nuovi di zecca o ancora in costruzione sorgono ovunque, ciascuno circondato dal praticello o dal parchetto appena piantato; le strade sono dritte; molte sono larghissime e alberate. “E’ finta” ? stato il primo pensiero che mi è passato per la mente.

Andare in giro per Pechino è un buon metodo per abituarsi alla Cina. Alle sue dimensioni: poco e vicino sono termini da dimenticare. Alle sue costruzioni dai tetti a pagoda, che qui, in Europa, troviamo solo nei libri o nei parchi divertimenti. Alla gente, disponibile a darti una dritta su quale direzione prendere appena ti fermi per strada con una guida turistica fra le mani. All’essere guardato spesso come un alieno, vista la quasi totale assenza di occidentali al di fuori dei percorsi più espressamente turistici.

Il rinnovamento degli ultimi anni, in vista delle Olimpiadi del 2008, ha fatto di Pechino una città cosmopolita_: in certe strade sembra di essere a Londra, in altre a Los Angeles. Alcune, la sera, sono illuminate come Las Vegas. Per trovare un po’ di Cina bisogna girovagare i quartieri intorno alla Citt? Proibita percorrendo gli hutong, i vicoli che corrono tra le case basse del centro e nei quali ? piacevole perdersi. Ma ci si sente davvero a Pechino solo quando si arriva su piazza TienanmenSquare: uno spiazzo enorme dove, la sera, alcuni fanno volare aquiloni. E molti altri tentano di venderli ai turisti.

Dentro la macchina del tempo

Che la Cina sia un paese in evoluzione – o almeno in fase di cambiamento rapido – lo si percepisce anche dalla musica che passa in radio: capita di ascoltare indifferentemente gli ABBA, gli Who, i Beatles, Madonna o Justin Timberlake. E’ come se di colpo la Cina si fosse svegliata da un sonno profondo e stesse tentando di recuperare il tempo perso ascoltando tutta la musica prodotta negli ultimi trent’anni in occidente.

Il paese dei sottotitoli

Se capitate in Cina, accendete la TV: difficilmente non vedrete sottotitoli.

Tutte le trasmissioni, infatti, sono corredate di ideogrammi per tentare di annullare le differenze di lingua che un paese cos? grande si trova necessariamente ad affrontare. Così, anche se un attore ha un accento particolare o una pronuncia poco corretta, si pu? seguire la trasmissione leggendo.

Io, affascinato dalla complessit? di quei segni, ho trovato spesso pi? interessanti i sottotitoli che le trasmissioni stesse, cos? simili alle nostre: ho incrociato persino CSI. Doppiato da Stanlio e Ollio, a giudicare dalle voci.

Hangzhou, ovvero il paradiso in terra

Se siete in traiettoria, fate un salto ad Hanzhou. “Se in cielo vi ? il paradiso, sulla terra vi sono Hangzhou e Suzhou” dicono i cinesi. Se sia vero o meno, io non lo so, ma di sicuro ? la Cina come vi sar? capitato qualche volta di immaginarla.

Su una sponda di un lago dalle acque calme ? adagiata la cittadina (4 milioni di abitanti, uno scherzo per la Cina); dall’altro lato dolci colline, costellate di pagode e templi buddisti, dipingono un quadro che sembra irreale.

Se poi vi capita di salire sul taxi giusto, riceverete dal taxista il consiglio gratuito, non richiesto e ben accetto di non visitare il locale museo del the (specialit? del luogo), ma di farvi accompagnare – da lui – in un altro posto: un villaggio di poche case, perso nei boschi, dove una gentile signora vi far? assaggiare tipi diversi di ottimo the in vendita. Il dubbio che sia la cognata o la sorella del taxista sorge spontaneo.

Guilin, ovvero la Cina che avete visto in foto

Guilin doveva essere un’incantevole cittadina (poco pi? di 1 milione di abitanti nel 2002) cresciuta in mezzo a picchi carsici attorno al Picco di Solitaria Bellezza. Poco distante ci sono le colline su cui il riso viene coltivato a terrazze, come avrete probabilmente visto in diverse foto della Cina.

Tutta la vallata del fiume su cui sorge Guilin ? un luogo ideale per il turismo. E gli abitanti del luogo e delle zone intorno non ci hanno messo molto ad accorgersene: in 3 anni, Guilin ? diventata (secondo una guida locale) una citt? di 4 milioni di abitanti, allargandosi senza ritegno in mezzo ai caratteristici picchi.

E, visitando un paio delle grotte sparse per la regione, vedrete che cos’? davvero il turismo cinese: per facilitare il percorso dei visitatori, il pavimento delle grotte viene cementato. E per evitare fastidiose gocce in testa, anche le volte vengono ricoperte di cemento. Stalagmiti e stalattiti superstiti spuntano qua e l? dal manto grigio. Aggiungete le luci al neon dai colori improbabili, la nicchia con la cascatella finta per la foto-ricordo e la guida che canticchia un pezzetto a fine visita: un’esperienza da non perdere.

Hong Kong, ovvero il Principato di Jackie Chan

Davvero notevole il modo in cui questo ometto dai film spassosi sbuchi fuori da ogni parete, cartellone, porta, pubblicit?, negozio di Hong Kong.

Certo: lui ? nato l? e l’industria cinematografica di HK ha riscosso buoni successi negli ultimi anni. E mi sta anche simpatico. Ma davvero spunta ovunque. E sulla passeggiata delle star, proprio nel punto in cui tutti vanno ad osservare la skyline di HK, ci sono persino due negozi che vendono esclusivamente gadget e paccottiglia firmata Jackie Chan.

Ma mangiate?

Durante i primi giorni le mie telefonate in Italia per far sapere che tutto andava splendidamente sono state tutte segnate dalla domanda “… ma … mangiate … ?”. La risposta ? stata invariabilmente “altroch?!”: in Cina si mangia benissimo. La cucina ? varia, i ristoranti hanno prezzi decisamente bassi (pochi euro a pasto), molti hanno menu in inglese o con le immagini dei piatti, in altri qualcuno ti spiega addirittura a voce, o a gesti, che cosa c’? scritto.

Vicina?

S?, la Cina ? vicina. Siamo noi ad essere lontanissimi da lei…

Andate a vederla. Ad accorgervi che, probabilmente, ? un posto diverso da come ve lo aspettavate.

A vedere dall’interno com’? un paese che cambia alla velocit? della luce.

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6 ottobre 2005

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