Per le strade di Sapporo
La sera ci siamo messi a camminare per le strade di Sapporo.
Vista dall'Italia, Sapporo è il nome di una birra. Una birra giapponese, of course.
Vista da dentro, Sapporo è una città piuttosto grande, centro urbano di riferimento dell'isola di Hokkaido, la più settentrionale delle isole che compongono il grosso del Giappone.
La struttura della città è sorprendentemente occidentale: il centro ha una pianta a scacchiera ben regolare e al centro c'è un vialone che è anche parco, ma resta un vialone. C'entra il fatto che, quando il Giappone ha riaperto i confini dopo secoli di isolamento, qualche centinaio di anni fa, lo ha fatto cominciando dall'Hokkaido.
C'è una bella torre, di metallo, dell'epoca in cui in Giappone sembravano giocare a fare tante repliche un po' sproporzionate e non tanto riuscite della Tour Eiffel. All'inizio son sicuro che erano un po' goffe, ma ora hanno acquisito dignità. Ora ci si sale con l'ascensore, lasciando in basso una specie di piccola festa della birra.
Da sopra si vede Sapporo tutt'intorno e, anche, si capisce che dove la città finisce d'inverno si scia: si vedono i resort sui fianchi delle montagne. E anche se non vedi gli impianti—magari si vedono, non mi ricordo—lo capisci che lì d'inverno si scia, perché per arrivare a Sapporo devi aver attraversato mezzo Hokkaido ed è difficile non accorgersi che, anche se in estate fa un caldo soffocante, d'inverno è tutto uno spazzare strade in mezzo a muri di neve.
D'inverno dunque nevica: sono le correnti siberiane, che soffiano verso sud-est e poi rallentano quando incontrano quest'isola imprevista, con le sue montagne, che neanche le correnti siberiane se l'aspettavano, lì, piazzata di traverso proprio in mezzo al mare. E ci sbattono dentro, rallentano, raffreddano l'umidità sospesa, che diventa neve, scende, e ricopre tutto.
Mi piacerebbe tornarci in inverno, in Hokkaido. Per capire qualcosa di più degli Ainu, del loro orgoglio che torna, dei loro pattern.
Mi piacerebbe tornarci per via della neve.
Ma anche perché sotto il centro della città, sotto le vie principali, c'è una città sotterranea, fatta di negozi, riscaldati, fatti apposta perché d'inverno, fuori, a Sapporo nevica e fa molto freddo. L'ho già detto?
Io a Sapporo ho comprato un paio di pantaloni usati che non l'avrei proprio detto. Vicino a Sapporo ho mangiato le patatine in spiaggia e fotografato i chioschetti-camioncino di una specie di festa a tema Mad Max, ma a cuor leggero. Nell'interland ho giocato a bowling con Greta, che ha vinto.
- Fotocamera: X-T2
- Obiettivo: XF35mmF2 R WR
- 35mm
- ƒ/2
- 1/60s
L'angolo della posta
Il form per i messaggi qui sotto non fa altro che inviare quel che scrivi alla mia casella di posta. Così non devi aprire il programma di email e neanche ricordarti il mio indirizzo.